Autonomia differenziata, il Senato vota oggi il ddl Calderoli

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Il disegno di legge sull'autonomia differenziata, fortemente voluto dalla Lega e presentato dal ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Massimiliano Fedriga, sarà votato oggi dal Senato.

Il ddl, che prende il nome dal suo relatore, il leghista Roberto Calderoli, prevede la possibilità per alcune Regioni a statuto ordinario di acquisire ulteriori forme e condizioni di autonomia, in materia di istruzione, sanità, polizia locale, infrastrutture, fisco e lavoro.

Le Regioni interessate all'autonomia differenziata sono attualmente tre: Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Il ddl è stato approvato dalla Camera dei deputati il 22 giugno 2022, con 373 voti favorevoli, 216 contrari e 1 astenuto. L'approvazione del ddl dal Senato è prevista per la giornata di oggi.

Le posizioni delle forze politiche

Il ddl sull'autonomia differenziata ha suscitato un forte dibattito politico. Il centrodestra, Lega in testa, sostiene il ddl, che considera un passo necessario per rafforzare l'autonomia delle Regioni e migliorare la qualità dei servizi pubblici.

Il centrosinistra, invece, si oppone al ddl, che considera una pericolosa forma di secessionismo. Il M5S, invece, ha presentato una pregiudiziale di costituzionalità sul ddl, sostenendo che alcune sue disposizioni violano la Costituzione.

I possibili effetti del ddl

L'approvazione del ddl sull'autonomia differenziata potrebbe avere importanti conseguenze per l'Italia.

In primo luogo, potrebbe portare a un aumento delle disparità tra le Regioni. Infatti, le Regioni che acquisiranno maggiori poteri saranno in grado di erogare servizi pubblici di qualità superiore rispetto alle Regioni che non acquisiranno autonomia differenziata.

In secondo luogo, il ddl potrebbe avere un impatto negativo sulla coesione nazionale. Infatti, potrebbe rafforzare la tendenza al regionalismo, che potrebbe portare a un'ulteriore frammentazione del Paese.

Le prospettive

In caso di approvazione del ddl, le Regioni interessate dovranno avviare un negoziato con il governo per definire le modalità di attuazione dell'autonomia differenziata.

Il negoziato potrebbe essere lungo e complesso, in quanto le Regioni e il governo dovranno trovare un accordo su una serie di questioni delicate, come la ripartizione delle risorse finanziarie e la tutela delle competenze delle altre Regioni.

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