Coldiretti. Con 515 "bandiere del gusto" la Regione Campania prima per biodiversita'
12:39:30 4667Dalla regione ok al 516° riconoscimento con il fagiolo d’Ischia, Masiello: “Biodiversità e saperi rurali sono patrimonio culturale inestimabile”.
La Campania si conferma la regione con il maggior numero di “bandiere del gusto” del Made in Italy anche nel 2018, anno del cibo italiano nel mondo. Lo rende noto la Coldiretti, che ha presentato la classifica dei primati enogastronomici insieme alla variegata offerta delle località turistiche nazionali durante quest’estate.
Sulle 5056 bandiere del gusto, sono 515 quelle della Campania, cioè oltre il 10% del patrimonio nazionale. Segue la Toscana con 461 e il Lazio con 409. A seguire si posizionano l’Emilia-Romagna (388) e il Veneto (376), davanti al Piemonte con 337 specialità e alla Liguria che può contare su 294 prodotti. A ruota tutte le altre: la Puglia con 276, la Calabria con 268 prodotti tipici censiti, la Lombardia con 248, la Sicilia con 245, la Sardegna con 198, il Friuli-Venezia Giulia con 169, il Molise con 159, le Marche con 151, l’Abruzzo con 148, la Basilicata con 114, la provincia autonoma di Trento con 105, l’Alto Adige con 90, l’Umbria con 69 e la Val d’Aosta con 36.
Ma per il prossimo anno si preannuncia un ulteriore sprint della Campania. Gli uffici dell’Assessorato Regionale all’Agricoltura hanno confermato l’approvazione e l’imminente pubblicazione di un nuovo prodotto agroalimentare tradizionale: il fagiolo zampognaro d’Ischia, che precede ulteriori venti candidature. Un’istanza presentata da Coldiretti Campania e dal Comune di Ischia, con le rispettive firme del presidente Gennarino Masiello e del direttore Salvatore Loffreda, del sindaco Enzo Ferrandino e dell’assessore Annamaria Chiariello. Un risultato che premia la collaborazione istituzionale nella valorizzazione della biodiversità. Soddisfazione è stata espressa anche dal neo presidente di Coldiretti Napoli, l’ischitano Andrea D’Ambra.
“Il primato della Campania – sottolinea Gennarino Masiello, vicepresidente nazionale di Coldiretti – è la conferma dell’immensa cassaforte di biodiversità della regione. Una biodiversità che i saperi degli agricoltori e degli artigiani hanno saputo conservare nei secoli, costituendo un patrimonio culturale inestimabile. I milioni di turisti che visitano ogni anno le coste e l’entroterra, il mare e le montagne, i siti archeologici e le colline, i luoghi d’arte e i piccoli borghi, chiedono sempre più un abbinamento con la scoperta dei nostri sapori. La Campania è terra felix e gli agricoltori vogliono esserne i primi custodi”.
Nell’elenco delle 515 bandiere del gusto della Campania (PAT – prodotti agroalimentari tradizionali) figurano numerose eccellenze che prendono il nome dal piccolo Comune (o da una frazione) dove sono nate. Tra i salumi e le carni troviamo il capicollo di Ricigliano, i prosciutti di Casaletto, di Pietraroja, di Rocchetta, di Trevico, di Venticano, la salsiccia rossa di Castelpoto, la sopressata di Gioi Cilento. Tra i formaggi ci sono il caciocavallo di Castelfranco in Miscano, il pecorino di Vitulano, il primosale di Cuffiano (Morcone).
Nei prodotti da forno e di pasticceria ci sono l’amaretto di Caposele, il biscotto di Sant'Angelo, i pani di Baiano, di Calitri, di Montecalvo Irpino, il panesillo di Ponte, la pasticella di Acerno, il raviolo allo zenzifero di Quaglietta, il tarallo di San Lorenzello, il torroncino di Roccagloriosa, il torroncino di San Marco dei Cavoti, il torrone di Ospedaletto d'Alpinolo, la scarpella di Castelvenere. Nella lavorazione dei frutti di mare c’è la colatura di alici di Cetara.
Un lungo elenco di verdure e legumi accompagna i nomi di moltissimi borghi, come il broccolo di Paternopoli, il carciofo di Pietrelcina, le castagne di Acerno e di Trevico, la castagna jonna di Civitella Licinio (Cusano Mutri), la castagna tempestiva di Roccamonfina, i ceci di Cicerale e di Valle Agricola, la cipolla di Vatolla, il “corresce re cocozza janca” di Aquilonia, i fagioli di Volturara Irpina, di Montefalcone, di San Lupo, di Controne, di Gallo Matese, di Gorga, di Casalbuono, la fragolata di Acerno, il marrone di Scala, l’oliva vernacciola di Melizzano, i panzarieddi di Casalbuono, la patata sotterrata di Calvaruso (Cusano Mutri), il peperone quarantino di San Salvatore Telesino, il pomodorino di Rofrano e il pomodorino seccagno di Gesualdo, il tartufo di Colliano e il tartufo nero di Bagnoli Irpino.