Commenti



stampa segnala ad un amico commenta
08/04/2013 :: 19:6:18

Incontro alla Camera di Commercio, la crisi colpisce i piccoli e le società con più di 10 anni


Antonio Campese, presidente della Camera di Commercio di Benevento
Antonio Campese, presidente della Camera di Commercio di Benevento

NOSTRO SERVIZIO - Imprese, banche, professionisti, giudici delegati, Stato. Si sono confrontati questo pomeriggio a Benevento, al tavolo della Camera di Commercio in occasione di un incontro sul tema “La crisi dal punto di vista delle istituzioni e degli operatori del credito”.
A moderare i lavori, il vice presidente dell'Ente camerale sannita, Antonio Campese. Lungo ed articolato l'intervento di Michele Monteleone, presidente di Sezione civile del Tribunale di Benevento che ha accennato al decreto che dovrebbe sbloccare i pagamenti alle imprese da parte della pubblica amministrazione, vista come "un'intuizione che ha sbloccato ingenti somme e cercato di pareggiare i conti con i redditi incagliati".
Presenti all'incontro anche Giovanni Di Luise, di Banca Sviluppo; Aurelio Pepe, di Banca della Campania; Giuseppe Parillo, di UBI Banca; Mauro Dinarelli, di Banca del Lavoro e del Piccolo Risparmio; e Sigismondo Fragassi Tenente Colonnello dei Carabinieri.
Al 31 marzo 2013 il trend può definirsi positivizzato: le istanze di fallimento, infatti, sono in notevole flessione. Si è passati dal 202 del 2011, ai 177 del 2012, fino a 29 nei primi tre mesi del 2013.
Diminuiscono anche le dichiarazioni di fallimento, punto al quale si arriva quando non è possibile muoversi in un altro senso.
In salita, invece, i concordati preventivi che consentono di bloccare le procedure esecutive individuali.
Dai dati emerge che le inammissibilità in provincia di Benevento sono oggettivamente poche.
Il questionario economico aziendale che ha prodotto i dati in questione ha coinvolto 18 regioni e il 75% del campione nazionale di imprese.
Di rilevante, e il Sannio rispetta il trend nazionale, è che in crisi si trovano soprattutto le società con più di 10 anni di vita, quelle, cioè, più strutturate. In pessime acque navigano soprattutto le aziende che producono beni individuali e l'edilizia.
In Italia, il 70% delle compagini societarie è detenuto da pacchetti familiari, mentre, di fatto, non esistono, o meglio, non operano, i fondi di investimento.
Quella sannita si caratterizza ancora per essere un imprenditoria debole, con la crisi che incide di più a danno dei 'piccoli' che si trovano costretti a ridurre i prezzi, abbassare i costi, concordare allungamenti all'incasso e ricorrere al credito a breve termine. In questo modo, secondo le banche, si rischia di peggiorare una situazione già complessa. Di qui, l'esigenza di ricreare un rapporto banca/imprenditore più consulenziale e collaborativo.
La realtà, però, racconta altro: aumentano i protesti, le insolvenze, i fallimenti aziendali. La ricetta ideale sarebbe quella che prevede l'uso della buona volontà dell'imprenditore e della disponibilità degli istituti di credito. Le banche, però, non intendono rinunciare al principio che "il denaro va venduto a chi lo merita".

(cfr.) ...\"Le banche, però, non intendono rinunciare al principio che \"il denaro va venduto a chi lo merita\". La domanda è: \"Chi lo merita ?\". Bene, forse e dico forse, prima della ghigliottina chiamata Basilea, la Banca era più vicina all\'imprenditore in generale e, forse e dico sempre forse, anche più vicino al territorio. Dunque, se il merito creditizio negli ultimi anni si è basato solo sui numeri e sullo scoring, è evidente che si è creato uno scollegamento in via definitiva, tra quello che doveva essere il ruolo della banca, e cioè di accompagnare la relazione al traguardo del piano industriale che l\'imprenditore aveva programmato, ed il territorio sul quale l\'imprenditore opera che è geograficamente e naturalmente diverso da luogo a luogo. E\' comunque ancora uso e consuetudine che se il telefono trilla perchè la relazione X deve essere assolutamente accompagnata dalla banca, non c\'è Basilea I, II, III e quella a venire che tenga. Il credito viene concesso dislocando i numeri di bilancio nei punti cardini che fanno aumentare lo score da C2 a B e così via. Se mai si dovesse fare un discorso sano e privo di veto, allora, bisognerebbe che ognuno di noi facesse il mea culpa, perchè ciascuno di noi, con il proprio fare, ha affossato lo stivale nella merda. La situazione in cui versa l\'Italia dall\'inizio del secondo millennio è a dir poco catastrofica allo sguardo di chi è attento, preciso, puntuale e scrupoloso nel valutare ogni singola voce del bilancio a partire da quello familiare per finire a quello della propria azienda, ma è addirittura di ripresa per chi non è ancora soddisfatto di come lo stivale stia nella merda. La ricetta per una inversione di tendenza è purtroppo in contrasto con chi gestisce il potere economico-finanziario mondiale che vuole sempre di più un assottigliamento della linea reddituale media perchè ha ancora i numeri per essere considerata consumatore. Ma qui entriamo in un discorso molto complesso ed articolato che devia dal quesito iniziale. Tornando al quesito posto, la risposta dal mio punto di vista è identica a quella della dichiarazione \"La Legge E\' Uguale Per Tutti\", e cioè a dire che è uguale per tutti ma rispettando il peso socio-economico. Quindi nella sostanza il trattamento non è uguale se per lo stesso reato vengono giudicati un incensurato ed un pluripregiudicato oppure un ricco ed un povero, oppure un sano di mente ed un malato di mente eccetera eccetera. Risulta più valida e veritiera la dichiarazione di 2 pesi-2 misure. Pertano, l\'imprenditore non faccendiere non lo stesso trattamento dell\'imprenditore mercenario perchè evidentemente i pesi sonon diversi e cosa volete che se ne fotte la banca se così facendo danneggia talvolta il sano ? Daltronde come diceva un mio vecchio Direttore al personaggio di turno in difficoltà: \"E che siamo noi una Banca o un Mutuo Soccorso ?\". Vi abbraccio tutti fraternamente affinchè vi ravvediate ed aprite gli occhi per riconoscere il male e scacciarlo. Un Bancario   prossimante anch'egli precario. -  - 
siamo all'atto finale della commedia, speriamo non sia un dramma, banche e istituzioni se la suonano e se la cantano tra di loro.Il problema è uno solo, le banche devono fare le banche, non sono contenitori elettorali, chi è stato invitato? Gli imprenditori amici degli amici, quelli che hanno crediti illimitati oppure quelli che passano le notti a preparare la merce, la caricano con il muletto sui camion e poi il giorno dopo si sentono rispondere in banca che l'assegno non si può cambiare e deve essere versato? Quelli che poi, se versano di giovedì non hanno un soldo fino al martedì successivo? Quelli che vedono altre persone cambiare addirittura assegni falsi e non possono avere contanti anche se sono correntisti da un ventennio? Le banche si lamentano della mancanza del merito creditizio? Sono stati loro a rovinare decine di imprese con segnalazioni che grazie ad un sistema legislativo che fa acqua, si scoprono inesistenti dopo 10 anni. Sono loro che fanno qualunque atto delinquenziale garantiti da una impunità che li copre sempre, tanto l'imprenditore fallisce e loro sono sempre dal lato buono. Quando l'imprenditore non muore, non si spara, non si impicca, non schiatta, come si dice qui, scopre poi che aveva ragione, ma che vittoria di Pirro, dopo un decennio la vita e le attività sono perse, a cosa è servito?Devo solo constatare che la camorra si comporta meglio, un imprenditore sparato nelle gambe può decidere di andarsene e va a lavorare in un altro posto, un imprenditore preso di mira da una o due persone in una banca è meglio che muore , perchè prima di un ventennio è fuori da qualunque attività, alla faccia dei funzionari che hanno preso mazzette, loro comprano appartamenti, vivono una vita serena e dimenticano in un attimo quante vite sono state sacrificate per il loro benessere truffaldino. La magistratura, perchè non controlla come hanno fatto direttori e funzionari di banca ad avere tanti immobili e tanto benessere? Siamo alla frutta, questa città è destinata all'oblio della inconsistenza, alle chiacchiere di chi poi "non fa", cioè al nulla. Silvio   Di Giovanni -  - 
le banche:prestano soldi solo alle societa con documentazione costruita e non guardono in faccia a nessuna piccola impresa addirittura alcune ci anno rifiutato l'apertura di un conto corrente con la scusa ke essendo un istituto privato possono scegliere i loro clienti e la categoria d'appartenaza per esempio edilizia ci cacciano fuori. burocrazia che ci uccide. Essendo la categoria più in cri ci controllano anche in piu tra ispettorato asl carabinieri per finire di distruggerci tony   tony -  - 

[ 1 ]

indietro







Condividi i commenti del Quaderno.it




Cerci case?
GoHome immobili

Posta Elettronica Certificata
La PEC multycert ha lo stesso valore legale della raccomandata. Acquistala per risparmiare