Immigrazione, tra respingimenti ed integrazione. La riflessione della Uil Avellino/Benevento su dati OIM e Frontex

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Guardia costiera, 888 migranti in salvo a 35 miglia dalle coste libiche (foto di archivio)Guardia costiera, 888 migranti in salvo a 35 miglia dalle coste libiche (foto di archivio)

La Uil Avellino/Benevento entra nel dibattito sulle migrazioni. Una pacata riflessione che parte dai dati dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni.

L’OIM (Organizzazione internazionale per le migrazioni) ha reso noto che sono un totale di 50.872 i migranti e rifugiati che sono giunti in Europa via mare dall’inizio del 2018 al 15 luglio scorso; inoltre, sono 1.443 le persone  morte mentre tentavano di raggiungere le coste europee. La rotta del Mediterraneo centrale verso l’Italia resta la più letale, con 1.104 vittime registrate dall'inizio del 2018, quasi quattro volte il numero di annegamenti notificati sulla rotta per la Spagna (294), benché i numeri degli arrivi nei due Paesi siano quasi identici.

Il totale degli arrivi è pari a circa la metà rispetto ai 109.746 arrivi registrati l’anno scorso nello stesso periodo. Anche il numero di decessi del 2018 risulta inferiore a quello segnalato nello stesso periodo dell’anno scorso (2.381), ma è proporzionalmente maggiore rispetto al numero delle partenze. Il numero di migranti arrivati in Italia attraverso la rotta del Mediterraneo centrale a giugno 2018 è sceso a circa 3.000 unità, in calo dell’87% da giugno 2017.

Il numero totale di migranti rilevati su questa rotta nella prima metà del 2018 è sceso a quota 16.100 arrivi, in calo dell'81% rispetto a un anno fa. Lo rileva l’Agenzia Frontex (Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera). Fino a ora, quest’anno, tunisini ed eritrei sono le due nazionalità più rappresentate su questa rotta, insieme rappresentano oltre un terzo di tutti i migranti individuati. Nella prima metà del 2018 il numero totale di arrivi irregolari verso l'UE si è quasi dimezzato rispetto a un anno fa, a circa 60.430, principalmente a causa della minore pressione migratoria sulla rotta del Mediterraneo centrale.

A giugno 2018, 13.100 arrivi irregolari sono stati rilevati sulle principali rotte migratorie verso l’UE, il 56% in meno rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Secondo l’Agenzia, il mese scorso il Mediterraneo occidentale é diventato per la prima volta la rotta migratoria più attiva in Europa. Il numero di migranti che hanno raggiunto la Spagna è cresciuto del 166% da un anno fa toccando quota 6.400 a giugno 2018. Nella prima metà del 2018, ci sono stati circa 14.700 attraversamenti irregolari di confine sulla rotta del Mediterraneo occidentale, quasi il doppio rispetto a un anno fa. I cittadini di Marocco, Guinea e Mali hanno registrato il maggior numero di arrivi in Spagna quest’anno.

Sul Mediterraneo orientale a giugno 2018, il numero di migranti è stato di circa 3.600, quasi un terzo in meno rispetto al mese precedente. Ma a causa di un aumento significativo degli attraversamenti irregolari negli ultimi mesi ai confini terrestri con la Turchia, il numero totale di migranti rilevati sulla rotta del Mediterraneo orientale nei primi sei mesi dell’anno si è attestato a circa 24.300. Il maggior numero di migranti su questa rotta nella prima metà dell’anno è costituito di cittadini della Siria e dell’Iraq. Quanto alla principale rotta migratoria nei Balcani occidentali, dalla Serbia all’Ungheria e la Croazia continua a vedere un basso numero di migranti irregolari. Tuttavia, una rotta parallela attraverso Albania, Montenegro, Bosnia ed Erzegovina, nonché dalla Serbia alla Bosnia Erzegovina, ha visto aumentare la pressione migratoria.

“Invece di parlare di un’invasione che non c’è stata – sottolinea Fioravante Bosco (Uil Av/Bn) - il pluralismo religioso, per esempio, sarebbe uno strumento di pace che andrebbe implementato e non ostacolato. Chiediamo alla politica di dare risposte concrete a persone che vivono in Italia, un trend che è già una realtà, e che qui molto probabilmente continueranno ad abitare. Quanto ai respingimenti – conclude il sindacalista - è importante ricordare che esiste un’alternativa legale e sicura che è già stata praticata con successo in Europa, e permette alle persone di emigrare in condizioni di sicurezza: i corridoi umanitari. La realtà che vogliamo raccontare è che il fenomeno migratorio rappresenta una possibilità di crescita, non solo per chi parte ma anche per chi accoglie”.



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