Lettere al giornale. L'ambientalista Picone: "Contrada Pantano oasi di protezione o oasi delle infrastrutture?"

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Lavori pista ciclabile contrada pantanoLavori pista ciclabile contrada pantano

Riceviamo e pubblichiamo una lettera dell'ambientalista Giovanni Picone in merito alla gestione dei lavori sulla pista ciclabile di Contrada Pantano.

"Sembra inverosimile quanto si sta verificando a Contrada Pantano, all'interno dell'Oasi Zone Umide Beneventane gestita dalla Lipu. Da alcuni giorni sono ripresi i lavori sulla pista ciclopedonale “Paesaggi sanniti” per la posa in opera e completamento della rete fognaria della città di Benevento, si tratta di lavori voluti dal Comune di Benevento e autorizzati dalla Provincia, ente proprietario della pista. Ma a discapito delle attenzioni poste sulla sicurezza dei fruitori della pista da parte della Provincia e comunicate anche attraverso la stampa locale, l'impresa appaltatrice sta eseguendo i lavori in modo non rispettoso delle prescrizioni dell'autorizzazione rilasciata dall'amministrazione provinciale.

Anzitutto non è stata installata nessuna recinzione per mettere in sicurezza lo scavo all'interno del cantiere, ma solo una mera catena di plastica che sicuramente non garantisce un passaggio sicuro alle numerose famiglie che con i loro bambini durante questa stagione frequentano assiduamente la pista, e che oltretutto si vedono costretti a inalare le polveri prodotte dagli scavi, oltre al rischio di precipitare all'interno della trincea che in alcuni punti arriva a sfiorare i 3 metri di profondità, inoltre la corsia lasciata libera per permettere il transito dei pedoni e ciclisti, in molti punti misura una larghezza minore di 1,50 metri come invece previsto dalla Provincia, in più su tale corsia (quindi al di fuori del cantiere) sono state fissate al suolo diverse tavolette di legno, che per la loro ridotta dimensione potrebbero essere insidiose per i numerosi fruitori stagionali, tra cui anche ciclisti e podisti.

Ritengo sconcertante che una pista ciclopedonale di tipo paesaggistico, ubicata all'interno di un'Oasi di protezione (istituita dalla stessa Provincia di Benevento) e che svolge a tutti gli effetti il ruolo di area di svago per molti cittadini di Benevento e provincia, che a causa della sciatteria dimostrata dalle istituzioni è diventata un'autostrada tecnologica delle grandi opere invasive e pericolose. Di fatto la suddetta pista già in precedenza è stata occupata da parte della società Terna S.p.A per via dell'interramento di due cavidotti ad alta tensione delle linea Benevento Nord-Benevento II/Avellino, e ora rischia di essere deturpata ulteriormente dal collettore fognario che dovrebbe portare i liquami dell'intera città fino al sito del depuratore, che sempre inspiegabilmente verrebbe localizzato nel cuore dell'Oasi naturalistica.

Il Presidente Ricci nei giorni scorsi ha giustificato che “si tratta di un intervento necessario, richiesto dal Comune di Benevento per migliorare la qualità della vita dei cittadini”. In realtà si tratta di un vero dispendio di risorse pubbliche che potevano essere utilizzate in modo più sostenibile e vantaggioso per i cittadini. Invece una rilevante novità faunistica di quest'estate, è che ho avuto modo di riscontrare in un'area adiacente alla pista ciclopedonale, la nidificazione di una colonia di variopinti gruccioni (Merops apiaster), è una specie protetta dalla legge dello Stato n.157 del 1992, si tratta di uccelli che si nutrono di insetti, in particolare api e vespe, e trascorrono l'inverno in Africa tropicale per poi nidificare durante l'estate in Europa meridionale.

Purtroppo però a pochi metri di distanza questi gruccioni vengono comunque disturbati dalla presenza di un campo di volo per aeromodelli radiocomandati, che con i loro voli arrecano disturbo alla numerosa avifauna presente nella piana alluvionale e lungo il fiume Calore; insomma nella piana dove una volta si fermavano alcuni grandi uccelli delle zone umide come le gru (Grus gru) durante la loro rotta migratoria, adesso invece ci sono gli aeromodelli, il tutto con il silenzio di politici e associazioni ambientaliste".

Giovanni Picone



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