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7/8/2016 :: 9:1:0

La polemica. "Ma non chiamatela Citta' Spettacolo"

Peppe Fonzo (Magnifico Visbaal Teatro) durante uno spettacolo teatrale
Peppe Fonzo (Magnifico Visbaal Teatro) durante uno spettacolo teatrale

La nuova Città Spettacolo dell'era Mastella non cambia semplicemente impostazione, cambia proprio pelle. Tanto spazio alla musica, meno al teatro su cui la rassegna è stata fondata. Motivo per cui si accendono le polemiche.

Ci scrive infatti Peppe Fonzo di Magnifico Visbaal Teatro:

"Cari tutti/e sento di dover scrivere questa mia per tenere alta l'attenzione sulla questione del Festival. Tengo a precisare che la nostra assenza non è motivo scatenante diquesto intervento, siamo stati contattati dal direttore, abbiamo fatto delle proposte che non sono state accettate, e le motivazioni in accordo o no con il nostro pensiero sono assolutamente legittime.Ma vedendo il programma debbo constatare a malincuore che quello che preoccupava tutti gli operatori del settore da Benevento a Milano si è verificato.

Purtroppo Benevento Città Spettacolo si è trasformata decisamente nel tanto acclamato e richiesto format "avversario", intendo la benedetta festa di "Quattronotti e più di luna piena". Quest'operazione, a mio avviso, è molto pericolosa perchè confonde le acque. Signori, parliamoci chiaro, senza snobismi o sentenze fuorvianti: una cosa è l'intrattenimento, altra cosa è Città Spettacolo. Il teatro è incrisi lo sappiamo, (in realtà il teatro è crisi) economica, di idee, progetti, contenuti, scommesse sulle nuove compagnie, e tante sono le giovani realtà mai davvero interpellate, costrette, come noi, a inventarsi mille proposte adiacenti e rassegne nei sottoscal apur di sopravvivere. Ma la salvezza non sta nell'accontentare la massa indistinta con eventi di richiamo lasciando lontano l'impegno civile, sottotraccia di qualsiasi Festival che si rispetti.

Certo nonsottovaluto l'indotto che i vari negozi e le aziende prevalentemente ristorative potranno trarne, non escludo le decine di migliaia di persone che arriveranno da tutta la Campania trasformando un Festivaldi "nicchia" in un boom di presenze mai sentito nella storia. (Ma poi scusate, teatro di "nicchia" che cosa vuole dire? Questa approssimativa e pessima classificazione che viene affibbiata a chiunque non faccia show come Amici di Maria de Filippi o Centovetrine è molto pericolosa. Vogliamo dire che qualunque spettacolo che non arriva a 1000 spettatori è di nicchia? E' fallimentare? Se è così è fallimentare il 98% del teatro mondiale.

Ripeto e ripeto e ripeto ancora: ben vengano iniziative popolari dalle sagre, che adoro per le mie radici contadine, ben vengano i festival amatoriali, le kermesse musicali, cabaret, concerti pop, sia benedetta Quattro Notti e Più... ma questa non chiamatela Città Spettacolo. Perchè il teatro è un'altra cosa, il Festival Benevento Città Spettacolo è un'altra cosa, e questo nome va difeso. E' assolutamente vero che nelle ultime disgraziate edizionisi è cercato disperatamente di tenere in vita un cadavere ormai in decomposizione allontanando sempre di più il teatro dal popolo, dai cittadini.

E' vero che la passata amministrazione non si è applicata particolarmente per rinnovare un'idea, delegando ai direttori artistici imprese impossibili, non per questo il Festival deve snaturarsi. Città Spettacolo è teatro, per il teatro, per gli operatori, per gli appassionati, per icritici e per chiunque voglia allenare il proprio sentire emotivo. E non basta un Glauco Mauri (anche egli monumento ai caduti) o un MarcoTravaglio per alzare l'asticella. Ripeto il teatro del 2016 è proprio altrove, il suo ruolo è dire cose scomode, un luogo che deve lasciare spazio all'immaginazione, evocare, far riflettere, ridere e piangere, spaventarsi e sorridere, fare proposte difficili, complesse, impegnative, scandalizzare, stare al passo con i tempi, insomma mantenere sveglie le menti e affamati gli spettatori, non sazi e sonnolenti. Sto dicendo cose che in una città come Napoli sono all'ordine del giorno, vedi il programma del Teatro Festival degli anni passati e quello tanto discusso di quest'anno, che comunque si spalma anche durante l'autunno.

Certamente non sono io quello chedeve dire cosa dovrebbe essere un festival di teatro in una città che è madre di una rassegna di rilievo nazionale di quasi 40 anni. Ma ho sempre voglia di ricordare cosa c'è scritto all'ingresso diuno dei teatri più belli e grandi d'Europa, il teatro Massimo di Palermo: l'arte rinnova i popoli e ne rivela la vita. 

Dunque io chiedo a questa amministrazione per favore non distruggete un lavoro certosino portato avanti da menti illustri, che ha visto capolavori e fiaschi, grandissimi attori e compagnie promettenti. Per favore non annacquate quella delicata scintilla necessaria nel nostro lavoro, quella cosa intangibile che si chiama "sogno"; il teatro è questa sostanza, e questa sostanza va alimentata. Non combattete il tedio mortale che questa provincia tocca amaramente col frastuono caotico del carnevale perenne, non solo con quello almeno, perché la vita è anche molto altro e il teatro ne rivela l'essenza nelle piccolepieghe, riuscendo ad arrivare molto più lontano di quanto si possaimmaginare... silenziosamente, con amore, e delicatezza. Grazie.

Con affetto, Peppe Fonzo Magnifico Visbaal Teatro 



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