Si è tenuto presso Unioncamere Nazionale, nei giorni scorsi, l'incontro richiesto dai sindacati per discutere dello stato di attuazione del piano di riordino delle Camere di Commercio.
Ne dà notizia la Uil Federazione Poteri Locali di Benevento che aggiunge di aver chiesto che prima della prossima riunione, già fissata per il 5 aprile, vengano inviati alle parti i dati ritenendoli indispensabili per la prosecuzione del tavolo.
“Per quanto riguarda l’Ente camerale beneventano – osserva Antonio Pagliuca, segretario responsabile Uil Fpl Benevento – con l’accorpamento Irpinia/Sannio non ci dovrebbero essere problemi di sorta. Abbiamo strappato la permanenza qui a Benevento della sede secondaria e abbiamo gettato le basi per la sopravvivenza di Valisannio, l’Azienda speciale che dà lustro alle attività delle nostre Aziende. Continueremo a tenere sotto controllo l’operazione di accorpamento tra le due camere di commercio di Avellino e Benevento – conclude Pagliuca – al fine di evitare sorprese”.
Il Segretario Generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli, ha reso noto nella riunione che sino a oggi gli accorpamenti stanno procedendo, ma ci sono molte situazioni ancora aperte in varie regioni (come per esempio in Piemonte, Sardegna, Lazio), senza dimenticare la situazione della regione Calabria, dove recentemente il TAR ha annullato la delibera di accorpamento tra Vibo Valentia, Catanzaro e Crotone.
Altre regioni, come per esempio Umbria e Marche. andranno verso la Camera di Commercio "regionale", considerando sia la situazione geo-economica che alcune richieste da parte degli enti territoriali e delle associazioni, i quali che hanno dato indicazione verso una singola Camera di Commercio.
Per quanto riguarda le regioni Puglia, Taranto e Brindisi hanno la necessità di effettuare un accorpamento (considerando la loro soglia dimensionale inferiore alle 75.000 imprese) e questa sarebbe la soluzione "naturale", pur trattandosi di aree diverse, mentre Lecce, Bari e Foggia hanno la capacità di restare autonome.
Per arrivare alla conclusione del piano previsto dal decreto (Dlgs n. 219/2016), Unioncamere ha richiesto anche il supporto del Censis, per effettuare un'analisi dei territori. Inoltre, a seguito della richiesta del Ministro Calenda per la diffusione del digitale tra le imprese nel piano Industria 4.0, Unioncamere sta predisponendo uno specifico progetto che assieme a quelli sull’ alternanza scuola-lavoro e turismo dovrebbero consentire l'incremento del diritto annuale del 20%.
Per quanto attiene la situazione delle Aziende Speciali, il Segretario Generale ha fatto presente che è sempre più probabile la costituzione a livello nazionale di una struttura nella forma di società consortile delle Camere di Commercio per la gestione della internazionalizzazione delle imprese, in cui confluiranno le aziende speciali che si occupano di tale attività.
Per ciò che riguarda la razionalizzazione delle sedi, i lavori sono ancora in corso e ci sono alcuni enti che hanno già avviato tali percorsi; le difficoltà maggiori si hanno nella gestione degli edifici storici. Passando a discutere del personale, il dott. Caporale ha comunicato che si stanno verificando i dati raccolti e sollecitando le CCIAA, ancora inadempimenti, all’invio dei dati necessari alla definizione del quadro generale di riferimento. Allo stato attuale, i dipendenti delle Camere di Commercio sono 6.800 (con un decremento di 250 unità avutosi nel 2016) e fino al 2019 le proiezioni prevedono una fuoriuscita di altre 350 persone.
Nelle more della conclusione di questa fase, è già iniziata la collaborazione con la Funzione Pubblica per avere il quadro dei posti disponibili nelle Amministrazioni Centrali da utilizzare per l’eventuale mobilità, ma già dai primi contatti la situazione appare rassicurante, dal momento che i posti disponibili sarebbero di gran lunga superiori alle possibili necessità.
Sulla questione delle Unioni regionali, il Segretario Generale ha fatto presente di aver richiesto al MISE di congelare la situazione fino al completamento del riordino delle Camere di Commercio per avere un quadro chiaro dal momento che laddove le Unioni Regionali dovessero essere poste in liquidazione e in seguito soppresse, il personale, senza soluzione di continuità, potrebbe avere il passaggio verso una azienda speciale della regione di appartenenza. Unitariamente, alla luce degli aggiornamenti forniti, abbiamo espresso tutta la ns preoccupazione dal momento che anche questa volta non ci sono dati certi, cosa che ci impedisce di entrare concretamente nel merito delle questioni più critiche (accorpamenti, rideterminazione delle piante organiche, razionalizzazione delle sedi, mobilità etc.).
Ultima questione affrontata e stata quella della costituzione dei Fondi per il salario accessorio per le Camere di Commercio accorpate. Su questo tema, dal momento che il Ministero dell’Economia, pur richiesto da Unioncamere, non ha ancora fornito alcuna indicazione, ci siamo riservati un approfondimento per elaborare eventualmente una nostra proposta da discutere nei prossimi incontri.
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