I fossili sono una risorsa non solo per la ricerca ma anche per l’economia e lo sviluppo di un territorio. Il Sannio da questo punto di vista ha potenzialità immense.
È il messaggio che arriva forte al termine dai PALEODAYS2019, il XIX Congresso Nazionale della Società Paleontologica Italiana. L’evento partito il 21 maggio ha richiamato nella terra di Ciro, il fossile di dinosauro Scipionyx Samniticus, oltre 100 studiosi e ricercatori per un confronto sulle più recenti novità della disciplina. Al loro fianco, in due momenti di incontro pubblico, anche amministratori e tecnici, perché i beni geo-paleontologici sono una ricchezza da salvaguardare e valorizzare.
Il congresso, organizzato dalla Società Paleontologica Italiana, si è svolto in collaborazione con l’Ente Geopaleontologico di Pietraroja e l’ausilio della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per le province di Caserta e Benevento, il Museo di Storia Naturale di Milano, i Dipartimenti di Scienze dell’Università del Sannio, dell’Università di Firenze e dell’Università di Napoli “Federico II”.
Nella giornata conclusiva si è tenuta una tavola rotonda aperta al pubblico sul tema della gestione e tutela dei beni e siti paleontologici, un argomento che sta a cuore alla Società paleontologica da tempo, e che oggi è più che mai di attualità, con la recente istituzione dell’Ente Geopaleontologico di Pietraroja, un organismo di ricerca partecipato dal Ministero dei Beni Culturali e dal Ministero dell’Ambiente. Una novità a livello nazionale che rappresenta una sfida a livello gestionale ed operativo per intervenire su un’emergenza paleontologica unica come Pietraroja ed i suoi fossili (incluso il primo dinosauro italiano) e che si impegna a divenire una eccellenza per il sostegno alla formazione e alla ricerca nell’ambito delle discipline paleontologiche.
“Il Sannio – ha dichiarato Lucia Angiolini, presidente della SPI – è un territorio bellissimo con potenzialità immense. Intorno alla ricchezza di Ciro si devono raccogliere le forze, come si è già avviato a fare l’Ente, per renderlo maggiormente fruibile, in un ambiente museale unico, sull’esempio del MUSE di Trento, e con un percorso verso Pietraroja che attragga l’interesse anche di scienziati stranieri”.
Gli organizzatori del Congresso, in particolare i professori Lorenzo Rook della SPI e Ornella Amore, dell’Unisannio; e il presidente dell’Ente Geopaleontologico di Pietraroja Gennaro Santamaria hanno espresso piena soddisfazione per il grande successo scientifico e di partecipazione a tutte le fasi sia degli addetti ai lavori che del grande pubblico.
All’indomani delle giornate di studio, il presidente Gennaro Santamaria traccia un programma dei prossimi interventi dell’Ente. “Prima di tutto – ha detto – dobbiamo predisporre un piano decennale di ricerca che preveda l’avvio della procedura per l’autorizzazione alla riapertura degli scavi a Pietraroja. Fondamentale la collaborazione delle due università nella compagine consortile, Unisannio e Federico II, anche per l’implementazione dell’attività di formazione e alta formazione. L’obiettivo – ha dichiarato - è creare nel Sannio una musealizzazione diversa consentita dalla presenza unica non solo del celebre reperto ma anche di un vasto geosito”.
:: Questo articolo è stato stampato dal quotidiano online ilQuaderno.it ed è disponibile al seguente indirizzo:
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