Il giorno dopo l'approvazione del decreto sicurezza bis diventato legge con 160 sì dei senatori, la domanda degli analisti politici è una: cosa farà il presidente della Repubblica? La firmerà? Esprimerà delle riserve come fece con la prima versione del decreto? La riinvierà alle camere?
Nel dettaglio il decreto sicurezza bis, prevede che il Viminale possa vietare alle navi cariche di migranti di entrare in porto e che a chi violi la regola possa essere comminata una sanzione amministrativa da 50 mila euro fino a un milione con confisca dell’imbarcazione e successiva vendita della nave nonché arresto del comandante. Un potere di deterrenza enorme.
Le tre criticità della legge
"Che esistano criticità costituzionali in questo decreto è opinione abbastanza diffusa - ha dichiarato Gaetano Azzariti , costituzionalista della Sapienza. - Qualche perplessità è stata espressa anche dal presidente della Repubblica, soprattutto nei confronti del precedente decreto sicurezza. Mattarella aveva scritto una lettera al governo in cui lo avvertiva del rischio di violazione dell'articolo 10 della Costituzione e di altri disposizioni costituzionali. Questo secondo decreto in qualche modo reitera queste criticità, in particolare i primi due articoli che riguardano l'immigrazione, in base al quale viene ribadito il rispetto del diritto internazionale ma allo stesso tempo si pongono dei divieti di accesso alle acque territoriali italiane . Questi divieti contrastano col diritto internazionale e con l'articolo 10 della Costituzione, che impone l'obbligo di rispettare i trattati internazionali".
C'è poi una seconda criticità, legata ad un altro articolo della Costituzione. "Questo decreto affronta la questione, politicamente molto delicata, dell'ordine pubblico e della sicurezza. L'articolo 2 della Costituzione prevede dei doveri di solidarietà : da questo articolo discende una normativa, vigente in Italia, che prevede l'obbligo di soccorso e il reato di omissione di soccorso. Il decreto muta la normativa e si pone in contrasto con i doveri di solidarietà . In base all'articolo 2 il capitano di un'imbarcazione che salva dei naufraghi può essere sanzionato se entra nelle acque territoriali italiane violando un divieto posto dal ministro dell'Interno, dal ministro della Difesa e da quello dei Trasporti.
Queste sanzioni potrebbero essere considerate incostituzionali perché contrastano con il dovere di solidarietà ". La terza criticità riguarda la parte del decreto relativa alle manifestazioni che prevede delle aggravanti in caso di violenza ma anche di minaccia a un pubblico ufficiale o a un politico . "La normativa che tutela l'ordine pubblico in Italia è rigorosa - spiega Azzariti - anche perché è stata formulata a metà degli anni '70, annu in cui spesso c'erano manifestazioni di piazza molto violente. Questo decreto inasprisce pene e sanzioni. Non solo si reprime, giustamente, la violenza in piazza, ma si sanziona anche la minaccia e la resistenza a pubblico ufficiale: due ipotesi al limite della libertà di manifestazione del pensiero.
Esempio: l'uso di espressioni ingiuriose nei confronti di chi tutela l'ordine pubblico deve essere sanzionato o no? Negli stati liberali queste espressioni di dissenso vocale sono tollerate e credo che dovrebbero esserlo anche in Italia. Poi ci sono i casi di resistenza: il sit-in è un caso classico di resistenza, un'opposizione pacifica e non violenta alla pubblica sicurezza la quale, per svolgere le proprie mansioni di ordine pubblico, sposta di peso le persone. Questo modo di contestare rientra nella libera manifestazione del pensiero, ma questo decreto lo sanziona. Credo che ci saranno delle difficoltà costituzionali. Prima o poi, non subito perché per ragioni processuali ci vuole tempo, ci sarà un vaglio della Corte Costituzionale".
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