La campagna elettorale di Matteo Salvini sulla battigia non ha soluzioni di continuità. Gli italiani in parte sono sulle spiagge e il suo tour è lì che si è concentrato, da nord a sud dello stivale, anche se al sud inizia a raccogliere non poche contestazioni. Questo fine settimana, infatti, a Soverato, Catania e Siracusa ha raccolto molte contestazioni, cosa a cui non era abituato.
Conoscevamo i Governi balneari, ma in questa cosiddetta terza repubblica abbiamo appreso esistere anche il "ministro balneare". Fra una granita e un selfie il tormentone elettorale non cambia - "alle urne, alle urne" - e il leader leghista è pronto a ritirare i suoi sette ministri per procedere velocemente verso elezioni anticipate. Al culmine dei sondaggi che lo darebbero come vincente assoluto la sua strategia è quasi banale. Dal caos alla sfiducia del governo Conte.
In realtà le guerre lampo non hanno mai avuto una efficacia duratura ma l'accelerazione agostana della politica Italiana voluta da Salvini significa scatenare il caos e costringere il premier Conte ad accelerare il voto sulla sfiducia. Solo che per forzare la mano Salvini eccede pretendendo di dettare tempi e modi, ma non è nelle sue facoltà. Dimentica infatti la divisione dei poteri ed invoca addirittura l'avocazione a se di "pieni poteri" di mussoliniana memoria.
Le barricate dei 5Stelle Il leader del movimento cinque stelle ha convocato a Roma tutti i suoi deputati per alzare le barricate contro le intemperanze del carroccio e tentare di tagliare i 345 parlamentari come promesso. Matteo Renzi spacca il PD Dal campo avverso Matteo Renzi sembra deciso a far nascere nuovi gruppi parlamentari, che si chiameranno "Azione civile" affrontando in proprio le non lontane elezioni. Tuttavia l'ipotesi di un governo tecnico transitorio fatta da Renzi non preoccupa Salvini che si vedrebbe anche sgravato da dover prendere decisioni impopolari sulla legge di bilancio. Una sterzata a destra per l'Italia La dimensione del blitz estivo di Salvini è tutta concentrata in slogan elettorali che inneggiano ad una sterzata a destra dell'Italia magari virtualmente sganciata dall'Europa e con prospettive di profonda incertezza.
Ma il parlamento è duro a morire? Di sicuro il parlamento non si farà liquidare in quattro e quattr'otto da Salvini e le possibilità di tirarla per le lunghe nei vari passaggi istituzionali resta un'opzione non così remota. Peraltro in questo caos estivo che riporta a Roma l'insieme del gran circo della politica italiana sarà il presidente Sergio Mattarella a dire l'ultima parola a partire dalle inevitabili consultazioni per capire quanto concreta e solida sia la possibilità di evitare al paese ulteriori problemi o condizioni di stress permanente.
Catania
Siracusa
Soverato
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