La festa del lavoro è un’occasione che afferma la fiducia nel futuro. La fiducia di chi è impegnato a costruire, di chi si mette in gioco per conquistare nuovi traguardi. Non quella di chi attende, inerte, il compiersi di un destino.
La festa del lavoro è festa della democrazia, perché il lavoro è fondamento della Repubblica.
La Repubblica non potrebbe vivere senza il lavoro.
Senza lavoro buono e dignitoso per tutti non ci sarà neppure la ripresa che vogliamo. Sarà il lavoro a portare il Paese fuori da questa emergenza, perché è la condizione, e il motore, della ripartenza, della ricostruzione, della rinascita.
Per questo scambiarsi oggi l’augurio di buon Primo maggio vale molto più di una pur significativa consuetudine.
Ribadisce un legame di comunità, quel patto di cittadinanza, che ci fa sentire al tempo stesso responsabili e solidali, e ci impegna a consegnare alle più giovani generazioni il testimone dei diritti conquistati e di opportunità che si rinnovano.
Stiamo attraversando un passaggio stretto e difficile.
Per questa ragione la festa di oggi reca con sé un appello all’unità ancora più forte.
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